I rifiuti sono il petrolio del terzo millennio. Questo messaggio è emerso durante il convegno “L’Economia Circolare per il rilancio green dell’industria: la chimica verde per la chiusura del ciclo dei rifiuti” che si è tenuto a Pisa in questi giorni. La parola rifiuto deve assume una connotazione positiva, perché attraverso il loro recupero si possono creare nuovi distretti industriali e generare nuova occupazione. Questi possono essere trasformati, attraverso un processo di gas di sintesi, in biocarburanti, metanolo o etanolo. Si tratta di una opportunità per la chimica italiana, un treno su cui salire, anche alla luce degli obiettivi europei dell’economia circolare e della decarbonizzazione.
Si possono creare dei distretti circolari verdi, autosufficienti dal punto di vista finanziario, che possono dare nuova vita a siti industriali in crisi e salvare così posti di lavoro e generare nuova occupazione, giovane e ricca di competenze. La sfida per i prossimi anni è quella di permettere la nascita di una chimica verde, rispettosa dell’ambiente e fedele ai principi dell’economia circolare capace di essere sostenibile e rendere sostenibile anche altre attività industriali trasformando i rifiuti in prodotti riutilizzabili nella filiera e non lasciarli finire in discarica. Una sfida che vede impegnata tutta l’industria chimica italiana.