Il mare è una infinita fonte di energia. La transizione energetica è sul tavolo di molti governi e in diversi guardano le distese d’acqua che circondano la terra come una grande opportunità per avere una fonte rinnovabile così da ridurre le emissioni di gas serra. In Europa, Stati Uniti, Canada e Cina si stanno attrezzando per sfruttare le correnti di marea e l’energia delle onde.
In Italia il Canale di Sicilia e le coste occidentali della Sardegna sono i luoghi più interessanti per trasformare il movimento del mare in una risorsa energetica rinnovabile.
L’Europa è molto attiva su questo fronte e ha un programma molto ambizioso per arrivare a produrre 100 Mw nel 2025, 1 Gw nel 2030 e 40 Gw nel 2050 da installazioni che sfruttano oceani e mari. Per rispettare questo programma le aziende europee stanno lavorando alacremente è riconducibile a queste realtà il 66% dei brevetti per l’energia da correnti di marea e il 44% di quelli per l’energia dalle onde.
Enea guiderà la task force europea che avrà il compito di ‘traghettare’ il settore dell’energia dal mare dalla attuale fase di sviluppo tecnologico dei dispositivi alla piena operatività commerciale, attraverso l’incremento del livello di maturità tecnologica dei singoli dispositivi sperimentali e di tutta la filiera industriale, la ricerca di strumenti finanziari e lo sviluppo di standard e certificazioni ambientali.
Le attività di ricerca in corso hanno lo scopo di ridurre il costo dell’energia prodotta, fino a raggiungere un valore di interesse per applicazioni reali. Le attività prevedono inoltre lo studio della possibilità di predire lo stato del mare e di conseguenza dell’energia marina disponibile nel bacino Mediterraneo. Si vuole conoscere prima tutti i fenomeni meteorologici che potrebbero mettere a rischio le attrezzature offshore e conoscere in anticipo anche quanta energia potrebbe essere prodotta.