(Rinnovabili.it) – Per raggiungere le zero emissioni al 2050 esiste più di una strada. Ma quello che è certo è che bisogna agire subito, investendo pesantemente nella transizione ecologica. E assicurando una serie di traguardi già nel 2030. A spiegarlo è il nuovo rapporto di BloombergNEF (BNEF), il New Energy Outlook 2021 (NEO 2021), annuale analisi dello scenario a lungo termine dell’economia energetica. Questa edizione presenta tre scenari climatici (Rosso, Verde, Grigio) che soddisfano l’Accordo di Parigi e raggiungono le zero emissioni al 2050 con mix tecnologici diversi. Ognuno di questi percorsi descrive le principali trasformazioni nella fornitura di energia primaria, indirizzando gli investimenti su particolari aree.
Di che colore è la transizione energetica?
Lo scenario Verde dà la priorità all’elettricità rinnovabile e all’idrogeno verde. In questo caso si prevede che eolico e solare crescano fino al 15% dell’energia primaria nel 2030, al 47% entro il 2040 e al 70% nel 2050. Per la precisione a metà secolo si dovrebbe avere 257 TW di eolico, 207 TW di solare e 7,7 TWh di batterie. In questo caso l’elettrificazione dei consumi giocherebbe un ruolo principale. A lungo termine, la produzione elettrica toccherebbe i 121.500 TWh, circa 4,5 volte i livelli del 2019. Il volume andrebbe per il 49% alla produzione di idrogeno green; il resto verrebbe consumato direttamente dagli usi finali.
Nello scenario Rosso, invece è l’energia atomica a fare la parte del leone con un 66% di energia primaria fornita entro il 2050, rispetto al 5% di oggi. Parliamo di circa 7.080 GW di capacità nucleare in funzione per la metà del secolo. Impianti nucleari piccoli e modulari integrerebbero la produzione rinnovabile, alimentando anche l’elettrolisi per produrre il cosiddetto idrogeno rosso (o rosa).
Al contrario, nello scenario Grigio, l’attenzione sarebbe dedicata all’uso diffuso della cattura e dello stoccaggio del carbonio. In altre parole si continuerebbe ad impiegare le fonti fossili che, in tal modo, diminuirebbero solo del 2% l’anno. Al 2050 si avrebbe una fornitura di energia primaria coperta al 52% dal gas, petrolio, carbone con CCS, mentre eolico e fv arriverebbero ad appena il 26%.
E’ tempo di investire nelle zero emissioni al 2050
Nonostante l’incertezza sul costo complessivo di ciascuno scenario NEO 2021, BloomberNEF stima che gli investimenti nella fornitura di energia e nelle infrastrutture dovranno ammontare tra i 92 e 173 mila miliardi di dollari nei prossimi trent’anni. “Le spese in conto capitale necessarie per raggiungere le zero emissioni 2050 creeranno enormi opportunità per gli investitori, le istituzioni finanziarie e il settore privato, fornendo molti nuovi posti di lavoro nell’economia verde”, ha affermato Jon Moore, CEO di BNEF.
Una cosa è certa in tutti casi il settore energetico dovrà compiere i maggiori progressi nel prossimo decennio, riducendo le emissioni del 57% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030 e poi dell’89% entro il 2040. “Non c’è tempo da perdere”, ha affermato il capo economista di BNEF Seb Henbest. “Se il mondo vuole raggiungere o avvicinarsi al raggiungimento alle zero emissioni nette entro la metà del secolo, deve accelerare l’implementazione delle soluzioni a basse emissioni di carbonio di cui disponiamo in questo decennio. Il che significa ancora più energia eolica, solare, batterie e veicoli elettrici. Ma anche pompe di calore per gli edifici, riciclo, un maggiore utilizzo di elettricità nell’industria e il reindirizzamento dei biocarburanti al trasporto marittimo e all’aviazione”.
Sette traguardi 2030
Il New Energy Outlook 2021 definisce anche 7 traguardi irrinunciabili per il 2030, trampolino di lancio per la successiva e completa decarbonizzazione dell’economia energetica:
- Aggiungere 505 GW di nuova energia eolica ogni anno.
- Installare 455 GW di fotovoltaico ogni anno.
- Aggiungere 245 GWh di batterie ogni anno.
- Mettere su strada 35 milioni di veicoli elettrici ogni anno fino al 2030.
- I carburanti per aerei sostenibili dovranno rappresentare il 18% del carburante per aerei
- Aumentare il volume riciclato di alluminio (+67%), acciaio (+44%) e plastica (+149%) rispetto i livelli del 2019.
- Distribuire 18 milioni di pompe di calore ogni anno.
- Aumentare del 17% l’uso di elettricità per il calore a bassa temperatura dai livelli del 2019.
- Ridurre la produzione di energia a carbone del 72% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030 e ritirare fino a circa il 70%, o 1.417 gigawatt, di capacità a carbone.
fonte: rinnovabili.it